India per la prima volta

1 November 2024

di Paola Bertelli

La prima cosa che mi ha colpito all’arrivo a Calcutta è stato il caos delle strade, dove le auto, i pullman, i camion, le moto eseguono danze complicatissime per evitarsi ed evitare carretti strabordanti di merci, biciclette e soprattutto pedoni impavidi che si buttano letteralmente per attraversare e spesso non so come facciano a raggiungere il lato opposto della strada.

La seconda cosa che mi ha colpito è il continuum di palazzi con “abitazioni” se così si possono chiamare, sui marciapiedi, di non più di 4 metri quadri (ed esagero) con tetto e pareti di teli e lamiere! Le persone, specie le donne, escono da questi tuguri vestite bene, con vestiti puliti.

In mezzo a immondizia di tutti i tipi, con i cani, le mucche e i topi che provvedono ad una prima scrematura, ci sono uomini e donne che si lavano accuratamente, denti e saponate sul corpo!

L’incontro con le persone, specie con i bambini, è commovente per la loro accoglienza veramente fantastica.

La giornata di oggi, lunedì, è stata molto emozionante e commovente, ma anche che provoca una grande rabbia… Possibile che possa esistere una situazione in cui persone, esseri umani, vivano lungo un binario, in buchi luridi, avvertiti del passaggio del treno da un lungo fischio? Bambini anche piccoli, spesso accuditi da bambine poco più grandi, che vivono così, in continuo pericolo, con i genitori a cercare di lavorare per dare alla famiglia qualcosa da mangiare, assolutamente ignorati da chi governa perché clandestini, scappati da situazioni e paesi ancora più poveri… E davvero si stenta a credere che possano esistere. Siamo passati in mezzo a montagne di immondizia, un odore acre, persone sudice, sdraiate sulla strada, intente a fare qualcosa all’interno di buchi bui, fatti di spazzatura e teli. Impossibile immaginare qualcosa del genere… Anche solo raccontarlo sembra non verosimile. Anche mentre passi da lì ti senti in un incubo. E questi viottoli sbucano su un binario lungo il quale, a meno di un metro di distanza da esso, vivono famiglie e bambini la cui esistenza viene ignorata dai più

Ma bambini pieni di vita, che ti accolgono con calore, ti prendono per mano e non ti vorrebbero più lasciare.

Ti sorridono, chiedono il tuo nome, ti dicono il loro, ti vengono in collo.

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