Ciao Giacinta…

4 luglio 2013

Una storia di vita in cui si rispecchia l’intera associazione, raccontata, sotto forma di lettera, dal nostro vicepresidente Matteo Ferrucci.

Ciao Giacinta,
quante volte ti ho pensata in questi dieci anni.
Dieci anni in cui sei stata con noi anche se una banale influenza ugandese ti ha portato via all’età di 26 anni, nel pieno del tuo splendore.

Eri una delle poche ragazze ugandesi che aveva conseguito una laurea (0,023% del totale… una ragazza ogni diecimila persone raggiungeva la laurea in Uganda nel 2003! Ora il dato è molto migliorato anche se rispetto ai Paesi del Nord Europa è ancora drammaticamente basso).
Avevi pensato, voluto e creato una cooperativa di quaranta donne che realizzavano ottimi prodotti di artigianato locale e che aveva iniziato una meravigliosa collaborazione con il Bhalobasa.
Eri una delle poche persone che “ce l’aveva fatta da sola” e stavi portando via dalla poverà tante tue amiche, tante tue sorelle, come le chiamavi tu.
Penso, pensiamo spesso a te durante il tempo che viviamo nel Bhalobasa e per fortuna sei con noi nelle scelte importanti, quando servono cuore, visione e anche speranza.
A te sto pensando anche adesso. Chissà cosa pensi nel vederci crescere così.
Chissà che effetto ti fa saperci sempre così uniti e motivati nel portare avanti la tua, la nostra speranza di voler cambiare queste storture che rendono così diversi i nostri mondi e ingiuste le nostre condizioni di vita.
Spero tanto che tu continui a restare così presente nel Bhalo, ne abbiamo bisogno noi volontari, ma ne hanno bisogno anche le oltre tremila persone che ogni anno ci sostengono in quello che facciamo. Quest’anno, nonostante la crisi, siamo riusciti a mantenere tutti i sostegni a distanza che abbiamo e tutti i bambini sono potuti restare a scuola, abbiamo pensato, realizzato e sostenuto tanti progetti, la nostra famiglia si sta continuamente allargando e ci sono molti nuovi amici che condividino questo splendido cammino con noi.
Questo agosto, nel ventesimo viaggio che faremo in Uganda, non potremo abbracciarti fisicamente, ma tu sarai con ancora più forza accanto a noi, a condividere tutto questo.
Grazie per tutto quello che ci dai.

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