Ciro Corona: il r-esistente di Scampia, di Mimma Scigliano

15 giugno 2021

Ciro Corona: il r-esistente di Scampia
di Mimma Scigliano

In occasione dell’incontro con lui, che si svolgerà a Camugliano (Ponsacco), sabato 19 giugno, l’associazione Bhalobasa mi ha chiesto una presentazione di Ciro Corona.
Non è facile dire “Chi è Ciro Corona”, anche dopo dieci anni di amicizia e un sodalizio narrativo che ha preso corpo nel libro (R)esistere a Scampia.
E neppure sintetizzare in poche righe una vita intensa, ma non vetusta.

Ciro ha solo 40 anni, il suo impegno per un cambiamento civile e sociale sul suo territorio, però, dura da quasi vent’anni.
“Non credo di essere mai stato giovane”, racconta nel suo libro…
Quando la camorra occupa il tuo quartiere, facendolo diventare una piazza di spaccio a cielo aperto, non puoi essere giovane.
Quando i tuoi occhi da adolescente vedono un ragazzo poco più grande di te riverso sull’asfalto con una siringa conficcata in un braccio, cresci di colpo e prendi consapevolezza che le strade da seguire sono poche…
O soccombi o fuggi.

Ciro Corona, invece, ha scelto un’altra via. E’ rimasto a Scampia, ha fondato l’associazione (R)esistenza Anticamorra, ha creato uno sportello per aiutare gli abitanti del quartiere a denunciare estorsioni, minacce e soprusi e ha preso in gestione il bene confiscato Fondo Rustico Amato Lamberti a Chiaiano. Lavora con minori a rischio, detenuti e migranti.
Per il suo impegno nel 2013 è stato insignito del Premio Borsellino per la legalità, nel 2017 del Premio società civile e cultura per la legalità e nel 2021 dell’onorificenza più prestigiosa: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha nominato Cavaliere della Repubblica.

Ciro è un “figlio di Scampia”… Ma di una Scampia diversa, non di quella che siamo
abituati a guardare sullo schermo in fiction spettacolarizzate, che narrano solo di
boss della camorra violenti e dominatori assoluti della vita delle persone.
Perché oggi una Scampia diversa esiste, grazie all’impegno di Ciro e di tanti altri.

Oggi tanti ragazzi del quartiere napoletano possono scegliere, possono cogliere
fiori in mezzo al cemento e possono pronunciare la parola “Futuro” senza
pensarlo come una meta inesistente.

Tutto questo e tanto altro è Ciro Corona.
Anche se credo ci sia una definizione che gli appartenga più di tutte.
Lui è un r-esistente. Resta, resiste ed esiste, nonostante pericoli e minacce.
Contrasta mala politica, criminalità organizzata e il loro connubio malavitoso.
Non abbandona mai le battaglie sociali.
Non tace davanti alle ingiustizie.
Un r-esistente non mette la testa sotto la terra, non si lascia andare
all’indifferenza e alla rassegnazione.
Un r-esistente sceglie di osare, disobbedire, resta fino alla fine e, se cade, trova
dentro di se le risorse per alzarsi e ritornare a volare.

E’ grazie alla r-esistenza che i territori, anche quelli più disagiati e dimenticati da
Dio e dagli uomini, possono cambiare.

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